Un altro passo avanti verso l’ufficialità di una presenza “altra” nei nostri cieli e nella nostra quotidianità.
Il 26 luglio scorso, su rara iniziativa bipartisan Democratici-Repubblicani, si è tenuta alla Camera dei Rappresentanti una affollata prima audizione sul fenomeno Ufo, o Uap (Unidentified Aerial Phenomena) come da recente ri-denominazione. Tre testimoni hanno deposto sotto giuramento, il che li rende responsabili legalmente di quanto affermano, per offrire ai legislatori ulteriori elementi di informazione.
I tre testimoni convocati erano David Grunch, ex responsabile per il National Reconnaissance Office (Nro) della task force del Ministero della Difesa incaricata di indagare sul fenomeno in base alle decine di avvistamenti certificati dai militari, e due piloti dell’Air Force Ryan Graves e David Fravor, quest’ultimo protagonista degli “incontri ravvicinati” al largo della California nel 2004 mentre in servizio col gruppo navale della portaerei USS Nimitz (v. https://www.youtube.com/watch?v=ZA-h3dIeD_A).
Nella dichiarazione di apertura, Graves ha ribadito che “gli Uap sono nel nostro spazio aereo ma sono abbondantemente sottovalutati. Gli avvistamenti non sono rari o isolati bensì routine…Sono qualcos’altro, materia per scienziati” e Fravor a sua volta ha aggiunto “La questione non riguarda tanto una diffusione al pubblico che potrebbe mettere a rischio la sicurezza nazionale quanto il fatto che non sia tenuta sotto controllo dai nostri rappresentanti eletti”. Nel question time Fravor ha ricordato di aver riscontrato comportamenti (degli Uap) che vanno molto oltre le nostre attuali tecnologie mentre Grush ha dichiarato di aver dato all’Ispettore Generale della comunità di intelligence i nomi dei tanti testimoni diretti e le indicazioni delle locations dove sono attualmente custoditi materiali di velivoli di provenienza aliena o non-umana. Sempre Grush ha affermato che ci sono dati dei satelliti che confermano le sue informazioni e ha promesso di passarle ai deputati ma ha più volte risposto a domande sulla natura biologica di entità recuperate di non poterne parlare in seduta pubblica.
Su quanto dichiarato da Grusch in particolare, l’ex vice segretario al ministro alla Difesa per l’intelligence Chris Mellon ha successivamente confermato l’esistenza del pluridecennale programma di recupero e retroingegneria su velivoli spaziali alieni:” Ho saputo da esponenti del Ministero della Difesa e da ex membri dell’intelligence che abbiamo recuperato tecnologie non originate su questa Terra”.
Un commento sui dati satellitari è stato fatto anche dall’eminente astrofisico Avi Loeb (1): “I sensori governativi dovrebbero essere i primi a registrare attività inusuale nello spazio più vicino alla Terra perché monitorano il cielo per scopi di sicurezza nazionale mentre gli astronomi tarano i telescopi su fonti di luce lontane e quindi ignorano oggetti nel nostro immediato ambiente spaziale. La natura aneddotica degli Uap giustifica l’allestimento di nuovi osservatori del progetto Galileo dell’Università di Harvard per monitorare sistematicamente l’intero cielo e calibrare le statistiche relative a Uap e oggetti terrestri familiari. Potremo così acquisire nuovi significati per la nostra esistenza nel vasto universo che finora ci è sembrato buio e solitario”. Diversi frammenti dell’audizione sono reperibili su youtube. (F.S. 3.8.2023)
(1) Avi Loeb è capo del progetto Galileo, direttore dell’Institute for Theory and Computation dello Smithsonian Center per l’Astrofisica, e ex membro del Council of Advisors del Presidente per la scienza e la tecnologia. E’ noto anche al più ampio pubblico per aver sostenuto la natura artificiale del relitto spaziale denominato Oumuamua (ed. it. Non siamo soli. I segnali di vita intelligente dallo spazio, Mondadori 2022).
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